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A che punto è il mio progetto?

A che punto è il mio progetto?

Capita spesso che l’imprenditore si faccia questa domanda. Il suo progetto IT sta andando avanti ma l’azienda, specie se non ha il software come core business, non ha al suo interno le risorse necessarie per valutarne lo stato. Quando ciò accade, i problemi principali stanno nell’utilizzo di metodologie non adeguate e di strumenti di gestione non all’altezza. Questa mancanza potrebbe essere molto penalizzante nel mondo di oggi, dove tecnologia e digitale sono dappertutto anche in quelle che una volta erano attività prettamente artigianali. Non si può prescindere dal possedere gli strumenti software adeguati per avere sempre sotto controllo informazioni e dati utili a indirizzare l’attività di impresa.  

Perché un progetto IT?

Pensare di fare a meno, al mondo di oggi, di un progetto IT è una strategia suicida, in termini di business. Sistemi di informatizzazione, piattaforme web e sviluppo di software sono strumenti indispensabili per portare avanti ogni tipo di attività. Qualsiasi impresa ha esigenze che si possono soddisfare con la creazione di un progetto IT ad hoc. Vediamo quelle principali: 

  1. Dematerializzazione. Avere un archivio per conservare la documentazione cartacea è infinitamente più scomodo e svantaggioso di averne uno digitalizzato, grazie al quale archiviare e condividere informazioni in maniera efficiente, pratica e veloce; 
  2. Comunicazione. Le informazioni possono essere valorizzate e gestite meglio attraverso internet, intranet ed extranet; 
  3. Ottimizzazione. Soluzioni It innovative permettono di migliorare l’organizzazione aziendale e, di conseguenza, rendono più operativi i vari comparti; 
  4. Standardizzazione. Si intende il processo di creazione di standard utili a creare beni e servizi con una qualità costante. Gli investimenti nei sistemi informativi e negli strumenti digitali  aiutano a realizzare beni e servizi in maniera efficiente. 

Da tutto quanto detto fino a qui, è chiaro che un progetto - specie se di grandi dimensioni - non potrà essere efficiente senza il supporto di strumenti adeguati e di professionisti che seguano le attività e che monitorino l’andamento dei risultati. La governance di progetto può fare la differenza tra il successo e il fallimento del progetto: il project manager diventa una figura chiave per la buona riuscita del lavoro e deve dotarsi anche di competenze digitali.

 

 

L’approccio Agile 

Dagli inizi degli anni Duemila si parla di metodologia Agile, nata da un brainstorming tra progettisti software e guru dell’informatica che avevano visto le potenzialità di internet nella creazione e gestione del business. Il problema era che, fino a quel momento, mancavano i sistemi adatti per sfruttare tali potenzialità. Fino ad allora, la progettualità aveva seguito un andamento cosiddetto waterfall, a cascata: prima si definiscono le specifiche del progetto e, su questa base, si stimano tempi e costi. La valutazione circa la riuscita del progetto viene fatta sulla base della rispondenza alla stesura iniziale, la necessità di eventuali modifiche viene gestita in una fase successiva. Va da sé che questo approccio difetta di flessibilità, genera ritardi e non di rado sprechi. Infine, vi è una netta separazione tra il comparto IT e il resto dell’azienda. Gli esperti “fondatori” del modello Agile non hanno individuato delle vere e proprie modalità di azione, ma hanno definito quattro valori principali in un manifesto. In oltre 20 anni di strada ne è stata fatta tanta, ci sono diversi framework che usano la metodologia Agile (Scrum, eXreme Programming ecc), la quale è essa stessa in continua evoluzione. Tuttavia, i principi fondanti restano.

L’agile manifesto

Si tratta di elementi di semplice buon senso, volti a porre l’attenzione non solo sugli aspetti più scontati della gestione dei progetti (contratti, scadenze, procedure) ma anche sul risultato finale, ponendo come fine ultimo la soddisfazione del cliente e la buona riuscita del progetto. Di seguito i princìpi in cui, fermo restante l’importanza della parte a destra, si evidenzia la necessità di valorizzare quella a sinistra:

1. Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti.

2. Il software funzionante più che la documentazione esaustiva.

3. La collaborazione col cliente più che la negoziazione dei contratti.

4. Rispondere al cambiamento più che seguire un piano.

Un approccio suggerito dal metodo Agile riguarda la formazione di team di sviluppo piccoli, organizzati e poli funzionali. L’obiettivo di questo approccio è garantire la realizzazione del progetto in tempi brevi e con elevati standard di qualità, coinvolgendo i vari reparti dell’azienda, migliorando quindi la comunicazione e l’efficienza. 

Conclusioni

A prescindere dal settore e dalla dimensione dell’azienda, il digitale è diventato business as usual, ovvero un elemento fondamentale per il core business aziendale. Molte aziende si trovano quindi a dover gestire un numero sempre maggiore di progetti di questo tipo e di difficoltà crescente, richiedendo ai propri interni di acquisire competenze digitali per comprendere la natura dei progetti che stanno gestendo, ma soprattutto di dominare le metodologie di lavoro moderne che sono richieste in questo campo.
L’azienda, come sempre, è chiamata a evolversi e reagire agli stimoli esterni del mercato. Attraverso la consulenza di professionisti competenti ed esperti, è possibile ridurre il rischio nella gestione dei progetti critici e acquisire le competenze interne in maniera più veloce.

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