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Employee eXperience

Che cosa è l’ employee eXperience ( EX )

Attrarre talenti dando loro l’ambiente di lavoro che meritano, gli strumenti di cui hanno bisogno ed una cultura aziendale degna di essere celebrata.

Prefazione

Nell’articolo, recupero a piene mani, quanto scritto da Jacob Morgan nel libro “The Employee Experience Advantage” e cerco di capire, rispetto a quanto finora fatto nel mio lavoro di manager ed imprenditore, cosa va nella giusta direzione; applicando poi i giusti correttivi per trasformare le aziende che gestisco in organizzazioni “esperienziali”.

Il payoff presente in copertina , “How to Win the War for Talent by Giving Employees the Workspaces They Want, the Tools They Need, and a Culture They Can Celebrate”, da una sintesi ben comprensibile di quelle che sono le best practice e le azioni opportune.

Introduzione

Tutti noi vogliamo fare esperienze; risparmiamo per fare una cena unica, un viaggio esotico in terre lontane, un lancio con il paracadute, una sessione di rafting, e così via; nessuno ci costringe a farlo; ma ne sentiamo il bisogno per vivere e sentirci vivi; la capacità e la necessità di vivere esperienze è probabilmente ciò che ci rende umani.

La soddisfazione legata ad una esperienza è di gran lunga superiore a quella legata all’ acquisizione di beni materiali; pensiamo solo a quello che investiamo nei viaggi e cosa potremmo acquistare con tali somme di denaro. Coloro che vivono esperienze, sono semplicemente più felici di coloro che concentrano la propria attenzione sui beni materiali.

Le esperienze lasciano ricordi che durano nel tempo.

Riportando questi ragionamenti in ambito professionale, e ricordandoci che spendiamo oltre il 30% della nostra vita (8 ore/gg) in azienda, emerge quanto le esperienze ed i ricordi legati agli ambienti di lavoro e la vita aziendale, diventino importanti per il benessere e la felicità delle persone che condividono con noi questo tempo.

L’organizzazione del futuro

La rapida evoluzione alla quale assistiamo, porta con se ingenti cambiamenti all’ interno delle nostre organizzazioni; il focus, si sposta sempre di più sulle persone e sul bisogno di far vivere ad esse esperienze positive legate alla vita professionale.

Dopo le fasi legate alla produttività e quella legata all’ “engagement”, stiamo ora vivendo la fase “esperienziale”; un’organizzazione moderna non può prescindere dalla presa d’atto della necessità di acquisire consapevolezza di questo ed agire di conseguenza.

Nel mondo dei servizi, nell’economia della conoscenza, la qualità delle risorse umane assume un ruolo ancor più rilevante; da qui l’importanza di attrarre e mantenere le risorse più qualificate; i cosiddetti TALENTI. In questo senso, l’ “employee eXperience” diventa IL motore di crescita delle organizzazioni del futuro.

Il termine “employee eXperience” è derivato dal corrispondente ed utilizzatissimo termine legato all’esperienza utente ( User eXperience – UX) ; ma non è da intendersi come l’ “esperienza del collaboratore all’ interno dell’organizzazione” ; tale visione sarebbe troppo semplicistica.

E’ importante uscire dall’azienda e migliorare la vita delle persone, fornendo non un’ esperienza sul luogo di lavoro ma un miglioramento dell’esperienza di vita.

Per darne una definizione completa, è opportuno osservare quale è stata l’evoluzione del rapporto tra azienda e collaboratori; riportiamo di seguito uno schema ripreso da quanto riportato da Jacob Morgan nel proprio sito web.

                                                                                                                                fonte: Jacob Morgan – https://thefutureorganization.com/

Fase 1 – UTILITY:
In questa prima fase, l’azienda fornisce al lavoratore gli strumenti di lavoro: casco, martello e mestola piuttosto che scrivania, laptop e telefono; non sono rare ahimè, organizzazioni che si fermano ancora a questo primo livello.

Fase 2 – PRODUCTIVITY:
L’ evoluzione della fornitura di strumenti di lavoro, converge verso l’ottimizzazione dei processi di lavoro e l’automazione dei lavori ripetitivi; il tipo di rapporto non cambia ma si cercano di migliorare le performances; nella fase storica legata alla produttività, i robots non esistevano ancora e, di fatto, molti collaboratori (operai in catena, impiegati a mettere timbri in serie, etc..), facevano quello che oggi viene completamente delegato alle macchine.

Fase 3 – ENGAGEMENT:
Con il passare del tempo ci si è resi conto che un collaboratore che si sentisse coinvolto nella gestione operativa dell’azienda, poteva dare migliori performance; si è quindi passati dalla focalizzazione sulla produttività a quella del coinvolgimento (ENGAGEMENT) andando a condividere con i collaboratori obiettivi annuali, cultura aziendale e mission aziendale.

Fase 4 – EXPERIENCE:
Esperienza ed engagement non sono mutuamente esclusivi; al contrario, vanno insieme. L’EX rappresenta quello che il collaboratore vive quotidianamente e, mentre il coinvolgimento può essere dato nel breve termine da azioni dirette ed iniezioni di adrenalina, l’esperienza si ottiene nel medio lungo termine andando a disegnare il ciclo di vita del collaboratore nell’ecosistema aziendale. Jacob Morgan, definisce a questo punto l’employee eXperience come l’incontro tra aspettative, bisogni e volontà del collaboratore e le risposte a queste da parte dell’azienda.


La sintesi grafica, contiene informazioni preziosissime anche su quelle che sono le alternative possibili; immaginate 2 cerchi che non si incontrano mai ed addirittura lontani nello spazio;

è così che immagino la rappresentazione di molte strutture della PA italiana. PA ?!? Si… sono convinto che l’EX, la ripartenza dalle persone attraverso manager consapevoli di questo, possa dare un contributo molto significativo.

Gli elementi chiave dell’employee eXperience (EX)

Siamo arrivati; siete arrivati a leggere fin qui ed è quindi doveroso iniziare a scendere nei dettagli e capire QUALI sono gli elementi chiave che permettono di trasformare una organizzazione e COME applicare tutto questo alla vostra azienda (oppure, avere un racconto per influenzare i vostri manager e/o i vostri partner).

Occuparsi di EX, va ben oltre la gestione delle risorse umane; facendo un paragone automobilistico, stiamo parlando del motore dell’auto; riverniciare, cambiare le ruote, lavare l’auto non ha un impatto significativo sulle prestazioni; avere un motore performante, ha un impatto dirompente sulle prestazioni del veicolo. Andiamo quindi a vedere ora, come mettere un bel “6 cilindri a V” sotto al nostro cofano!

Gli elementi chiave per la costruzione dell’EX, sono:

– Cultura aziendale ( CULTURE ):
Il primo elemento è quello culturale; che comprende la tipologia di leadership e struttura gerarchica, valori fondanti come la meritocrazia, sostenuta attraverso ricompense e benefit.

La dimensione ideologica, da sempre ritenuta indispensabile per creare un team unito, affiatato e altamente produttivo, in passato era talmente centrale da essere considerata addirittura l’unico aspetto determinante dell’employee experience.

I collaboratori non si accontentano più di incentivi monetari ma richiedono un contesto lavorativo capace di valorizzarli ed accompagnarli nel loro percorso professionale e di vita.

– Tecnologie allo stato dell’arte (TECHNOLOGY):
da consulente e, contemporaneamente imprenditore, mi sono sempre chiesto PERCHE’ …

  • PERCHE’ a risorse super qualificate e pagate 50K€/anno o più si nega un PC “figo” e performante; un PC “top” costa all’ azienda 30€/mese …. 360€/anno!!!
    Un PC mediocre, fa risparmiare 60€/anno mediamente…. Quello che un collaboratore fa guadagnare, con un PC buono, in 1 giorno.
  • PERCHE’ non si forniscono (in alcuni casi) strumenti di lavoro (IDE, ambienti di collaboration, etc…); possono costare ma ne vale la pena a prescindere.

-Spazi di lavoro (PHYSICAL SPACE):
Le caratteristiche dell’ufficio, dai video appesi alle pareti fino all’area break, alla qualità dell’aria e al tipo di illuminazione, influenzano in maniera sostanziale il benessere, la creatività e la produttività dei lavoratori.

Personalmente, ho compreso profondamente questo quando, dopo essere stato consulente IT in grosse aziende italiane, relegato in uffici “grigi” e talvolta con cassettiere come sedia per 12 ore di lavoro al giorno, ho conosciuto nel 2007 il primo partner/cliente di Londra;

Uffici curati, spazi di lavoro condivisi, flessibilità, design.
Ho compreso quanto questo possa essere importante per un collaboratore.

Le ricerche (tramite questionari, interviste, etc.. nelle principali aziende americane e non) riportate in parte da J.Morgan, danno anche dei pesi alle 3 aree di cui sopra, assegnando una decisa preponderanza alla prima di esse: la cultura aziendale.

E parlando di cultura aziendale, tutto parte dalla mission, la ragione stessa di esistere (Reason For Being) dell’azienda.

I 3 elementi alla base della costruzione dell’ EX vengono anche descritti e declinati; si parla infatti di:

  • CELEBRATED CULTURE
  • ACE TECHNOLOGY
  • COOL PHYSICAL SPACE

Le 17 lettere in grassetto, rappresentano anche le iniziali dei 17 elementi dell’ EX, riportati nello schema di seguito:

Vale la pena, a mio parere anche elencare le variabili individuate e tenerle bene a mente nelle nostre/vostre prossime decisioni strategiche.

CELEBRATED CULTURE:
C: L’ azienda è vista positivamente;
E: Ognuno si sente valorizzato;
L: Il senso di appartenenza viene legittimato;
E: i collaboratori si sentono parte di un team;
B: diversità ed inclusione;
R: i collaboratori segnalano potenziali clienti e fornitori;
A: possibilità di crescita ed apprendimento e risorse relative;
T: gli impiegati vengono trattati con rispetto;
E: Manager e C-level agiscono come “coach” e “mentors”;
D: iniziative dedicate per salute e benessere.

A.C.E. TECHNOLOGIES
A: Tecnologie disponibili a tutti;
C: Tecnologie di livello “Consumer”, molto spesso gli strumenti aziendali (HW/SW) sono obsoleti rispetto a quanto disponibile nella vita privata;
E: Focus sui bisogni dell’impiegato rispetto ai requisiti di Business.

C.O.O.L. PHYSICAL SPACES
C: I collaboratori scelgono e sono fieri di mostrare ad amici e familiari il luogo dove lavorano;
O: Offerta di flessibilità lavorativa: orari, luogo di lavoro, smart working se necessario;
O: Spazi di lavoro coerenti con i valori dell’Organizzazione;
L: Disponibilità di molteplici opzioni: scrivania, divano, saletta riunioni, area caffè per lavorare e/o fare riunioni.

L’ EX è L’ opportunità di differenziarci, attrarre talenti, far crescere e “coccolare” quelli presenti in azienda e, più in generale, migliorare il (nostro) mondo e la (nostra) vita.

Quindi ? Che facciamo ?

Ho riflettuto a fondo su questa domanda; la risposta non è “facciamo tutto”;
sarebbe sbagliato ed addirittura non compreso.

Il percorso che ritengo più opportuno, passa per la condivisione, la progettazione e la pianificazione. Inoltre , sarà opportuno adattare alcune delle indicazioni alla nostra (o vostra) realtà aziendale.

L’ articolo, va proprio ad intaccare il primo passo nella direzione della CONDIVISIONE; con i miei collaboratori e con coloro che lo leggeranno.

Mi sono anche domandato COSA stiamo già facendo e quali sono le fondamenta per attuare (direi completare!) la trasformazione in organizzazione esperienziale; abbiamo fatto e stiamo facendo molto per differenziarci:

– Abbiamo migliorato gli spazi di lavoro; proprio in questo momento stiamo facendo un importante investimento per l’ampliamento degli stessi. Ma per questo, abbiamo grandi idee; per ora solo idee ma abbiamo dimostrato di saper trasformare le idee in fatti.

Le persone lavorano, per bisogno e per scelta, in diversi luoghi all’interno degli uffici; personalmente, faccio molte riunioni al bar sotto all’ufficio.

– Abbiamo consolidato il processo di internazionalizzazione attraverso il progressivo consolidamento della nostra “consociata” in Polonia;

Sponsorizziamo eventi sportivi

Sponsorizziamo e partecipiamo al Meetup Techitalia (Techitalia Tuscany e Techitalia London); abbiamo coinvolto alcune startup e molti amici in questo percorso di condivisione e crescita del territorio.
Stimoliamo ANCHE in questo modo la crescita professionale e la voglia di apprendere; sia verso i collaboratori che verso il territorio.

Riceviamo costantemente “referral” di amici dai collaboratori; sia come potenziali clienti che CV per colloqui ed inserimenti in azienda.

Forniamo PC e strumenti software/hardware moderni

– Abbiamo attivato una “Agile Coach” da Settembre ad oggi;
questo ha portato cultura e sperimentazione su metodologie e/o SCRUM (grazie Catherine!)

– Più collaboratori, agiscono da “coach” e “mentor” per i più giovani;
alcuni di loro scrivono libri , articoli e spingono molto sulla propria crescita personale influenzando anche gli altri.

Ospitiamo, tramite il programma “Erasmus for entrepreneurs”, molti giovani imprenditori dall’estero; Oscar, Leticia, Tomasz, Bartosz, Greta e molti altri. E con Bartosz abbiamo creato la Sintra Poland!

“Tutto qui?”… NO;
Probabilmente ho dimenticato molte cose e molte ne verranno.
Crediamo in una azienda bella situata in un mondo bello; pensare solo all’interno delle proprie mura, senza preoccuparsi del territorio circostante è poco lungimirante.

Siamo troppo ambiziosi? Speriamo di no!

Sicuramente, avremo bisogno di spazi adeguati per sostenere la crescita aziendale e completare la nostra evoluzione;
ritengo che sia necessario ripartire da qui per la nostra prossima fase evolutiva proseguendo nel percorso di innovazione finora intrapreso ed, anzi, accelerando verso la nostra visione di azienda proiettata nel futuro senza dimenticare le proprie origini e la propria storia; aziendale e personale.

Proprio da qui vogliamo ripartire! Stay tuned!

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