Chi ha avuto esperienza nella gestione dei budget sa che questo è il risultato di un dato processo che fissa gli obiettivi aziendali più o meno a breve termine, ottimizzare i costi e investire nelle giuste aree ci consentirà di raggiungere gli obiettivi prefissati senza sprecare i soldi, ma spesso si tratta di un compito articolato. Dare una stima dei costi a priori, investire in aree che porteranno effettivamente valore sono solo alcuni esempi delle difficoltà che dovremo risolvere. Anche quando ci approcciamo alla gestione del cloud spesso possiamo avere difficoltà nella scelta del provider migliore, il servizio più efficiente e scontrarsi con modelli di pricing non sempre semplici da interpretare. In questa complessità il rischio è quello di focalizzarci più sull’ottimizzazione dei costi non portando la giusta attenzione ad aspetti importanti come la qualità o l’efficienza del servizio. Quando acquistiamo un servizio su cloud, soprattutto nel caso di pagamento a consumo, è estremamente difficile avere una previsione di spesa. Altro aspetto estremamente complicato è adottare dei modelli funzionali che consentano di attribuire i costi nel centro di costo corretto. Essendo le risorse cloud condivise, non sempre è possibile dare un taglio netto sulle competenze dei singoli centri di costo.
Il cloud visto sotto questa luce è ingombrante, difficile da far digerire a chi gestisce i budget e sembra davvero che non ci sia altra soluzione che parlare di ottimizzazioni, controllo di budget e implementazione di strategie per il contenimento della spesa.
Messa così, stiamo giocando una partita persa in partenza. Stiamo lavorando solo sulla componente di costo, che per ogni imprenditore che si rispetti è solo una faccia della medaglia. Chiunque sarebbe disposto a spendere tanto se poi quell’investimento avesse un ritorno commisurato. In questo articolo scopriremo proprio questo: come è possibile focalizzare l’attenzione sulle opportunità e sui costi piuttosto che su una mera discussione finanziaria.
Questo articolo ti permetterà di comprendere le dinamiche di ricavo per mettere in atto politiche di saving volte a massimizzare l’investimento piuttosto che limitarsi a tagliare i costi.
Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita dei servizi offerti dal cloud e un incremento dei vendor che offrono questa tipologia di servizio, creando così una concorrenza sui prezzi a livello di mercato globale. Ogni vendor ha il suo modello di pricing dei servizi offerti e spesso per un cliente (che vuole minimizzare i propri costi) è complicato individuare il modello che più gli si addice andando ad ottimizzare la qualità del servizio.
Tra i principali modelli di pricing abbiamo:
Come abbiamo visto nel precedente paragrafo dare una stima dei costi del cloud può essere difficile, ma possiamo adottare metodologie di controllo e risparmio come le seguenti:
In definitiva, applicare le giuste strategie ci può aiutare a spendere bene e, talvolta, a spendere meno. Risparmiare poi è tutto un altro concetto. Dietro il saving (o spendere meno, se vogliamo dirla all’italiana) si nasconde anche una possibile riduzione del ritorno. Ad esempio, se compro un utilitaria invece che una Ferrari spendo molto meno, ma siamo sicuri che otterrò le stesse prestazioni?
Ecco quindi che, oltre ad una doverosa attenzione lato costo (i soldi non vanno mai buttati), bisogna lavorare soprattutto lato ricavi per acquistare i servizi giusti e far percepire il valore che torna da una determinata spesa. Per fare questo dovremo lavorare su fattori culturali e spingere verso una visione olistica del cloud che molto spesso l’azienda non accoglie come dovrebbe. Vediamo adesso quali elementi sono importanti da condividere per facilitare la giusta percezione del valore.
Andiamo a vedere quali sono i vantaggi del cloud e che giustificano l’investimento su di esso anche a fronte di costi maggiori o incerti.
Grazie alla scalabilità on-demand dell’infrastruttura cloud è possibile supportare carichi di lavoro variabili. Questa maggiore flessibilità rispetto ad un’infrastruttura on premise è uno dei vantaggi del cloud più apprezzati. Inoltre consente alle imprese di liberare risorse e capacità, umane ed economiche, dalla gestione dell’infrastruttura nell’ottica di focalizzarle nel promuovere nuovi progetti digitali innovativi, così come offrire miglior supporto al business e di promozione di nuovi modelli operativi.
Un altro dei vantaggi del cloud è quello di consentire alle aziende e alle organizzazioni di accedere alle infrastrutture IT in modo nuovo, prescindendo dal concetto di possesso e di investimento, in quanto non sarà più necessario sostenere i costi relativi all’hardware e del personale necessario alla manutenzione .
Un’altro vantaggio effettivo è rappresentato, grazie alla flessibilità del cloud, nel velocizzare l’immissione nel mercato di nuove soluzioni.
Dato che i vendor cloud si occupano dell’erogazione, della qualità, della certificazione, della sicurezza base dei servizi, ci possiamo concentrare solo su aspetti più importanti come lo sviluppo di nuove soluzioni o altre iniziative business.
Essendo disponibile a livello globale, l’infrastruttura consente di poter organizzare le attività in team distribuiti andando ad abbattere la necessità di avere risorse localizzate.
Infine avendo un’infrastruttura completamente managed non ci dobbiamo preoccupare di dover pianificare aggiornamenti avendo a disposizione sempre la tecnologia più aggiornata.
Imprese di ogni dimensione dovrebbero investire seriamente in strumenti di Disaster recovery e protezione dei dati, ma per la imprese più piccole, a causa della mancanza di capitali e di esperti, ciò è spesso più un sogno che una realtà esponendoli a rischi non calcolati (come la perdita o il furto di dati). Per quanto riguarda le Aziende più grandi spesso il tema della sicurezza non è percepito con l’adeguata importanza. Avendo a disposizione servizi cloud che facilmente gestiscono i backup o la ridondanza dell’infrastruttura, un malfunzionamento hardware non si trasforma in perdita dei dati o interruzione del servizio. Ecco quindi che anche aziende con budget IT limitato possono raggiungere i giusti standard di qualità senza investimenti ingenti, delegando buona parte delle responsabilità al vendor.
Alla luce di quanto detto in questo paragrafo, la domanda da farsi non è “quanto mi costa” ma “quanto mi costerebbe non farlo”. Nel prossimo paragrafo proveremo ad affrontare il problema dal punto di vista opposto a quello canonico, identificando i costi della mancata adozione del cloud.
Se scegliamo di non investire sul cloud, a che tipo di problematiche dovremo prepararci?
Vediamo alcuni esempi:
Il cloud ha rappresentato una vera rivoluzione nel mondo business che ha permesso l’accelerazione dello sviluppo e la riduzione del time to market a tutti i livelli.
Come abbiamo visto, affrontare il percorso di adozione del cloud può essere difficoltoso, dovendo affrontare modelli di pricing complessi e costi non certi. Questo però non ci deve spaventare, il costo è solo una piccola parte di un ecosistema molto più grande che porta con sé innumerevoli vantaggi. Sulla bilancia dobbiamo dare un consistente peso anche a quanto ci costerebbe a livello di opportunità non adottare il cloud, rinunciando ad un possibile investimento con ritorni importanti.
Per chi lavora nel mondo dell’IT i vantaggi del cloud sono evidenti, con un click possiamo avere un’infrastruttura o un servizio pronti al suo utilizzo senza doversi preoccupare di lunghi e faticosi processi di adozione e configurazione. Questo porta ad una notevole concentrazione sugli aspetti importanti.